Il
Morincaput
è un contratto di matrimonio stilato secondo la legge dei
Longobardi da un notaio di Assisi nell’ottobre del 980, tra il
Signor Stefano di fu Aforo, signore di Clasina e Adelberga, figlia
di Lotario di Assisi.
Era usanza presso i Longobardi poter ripudiare la sposa dopo la
prima notte di matrimonio se non fosse stata trovata vergine o
comunque la mancata verginità poteva essere usata a pretesto per
impugnare in qualsiasi momento la validità del matrimonio.
Per rimediare a questo inconveniente e garantire maggiore
stabilità alle famiglie, Liutprando nel 714 introdusse l’istituto
giuridico della Morgengabe = dono del Mattino, dono della quarta
parte dei propri beni presenti e futuri che lo sposo doveva dare
alla sposa qualora l’avesse trovata vergine nella prima notte di
matrimonio. La consistenza del dono doveva essere dichiarata
pubblicamente davanti amici e parenti il giorno dopo il matrimonio e
registrato con atto notarile.
Nel morincaput del 980 sembra che Stefano, lo sposo, dimorasse in
Clasina e fosse il Signorotto di quel luogo. Nel morincaput infatti
si legge:
“…siamo nell’anno 980 dall’incarnazione del Signore e sotto il
regno del Signor Ottone, per volere della Divina Provvidenza
imperatore Augusto…Ecco quello che ti darò mia diletta futura sposa
quando ci uniremo in matrimonio con questo morincaput (dono del
mattino), ti darò la quarta parte di tutti i miei beni che sono
case, terre, vigne, alberi da frutto, oliveti, canneti…servi e
serve, aldi e aldioni, coloni…prati, pascoli, rupi e rive dei
torrenti, corsi d’acqua…tutto quello che possiedo e tutto quello che
con l’aiuto di Dio potremo avere e acquisire in tutto il Ducato di
Spoleto, sia nella contea di Assisi che nella provincia dei Romani…e
nella tua stessa città di Assisi…Ecco il morincaput che ho dato alla
mia consorte affinché nel tempo futuro, in virtù di questo atto
possa amministrare…Clasina. Guido giudice e notaio richiesto di
scrivere. Fatto felicemente in Assisi”.
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